San Giovanni d’Asso è un piccolo e pittoresco borgo in provincia di Siena. Per la sua ubicazione ed i tanti tesori in esso racchiusi, rappresenta un luogo ideale per trascorrere un piacevole e rilassante week end, adatto sopratutto per agli amanti del tartufo.
Ma la sua storia ha radici lontane. Secondo recenti ritrovamenti archeologici, infatti, è certo che il suo territorio è stato occupato fin dai tempi più remoti; tracce d’insediamenti etruschi e romani sono presenti lungo il fiume Asso e resti di una pieve risalente al V secolo sono ancora visibili in località Pava.
Tuttavia la nascita del vero e proprio nucleo abitativo del paese è da ricercarsi agli inizi del Medioevo, intorno al 714, e da allora fin quasi al 1200 le sue terre furono oggetto di contesa tra il Vescovo di Siena e quello di Arezzo. Alla fine San Giovanni entrò a far parte definitivamente del territorio di Siena.
Il borgo medievale oggi, la rocca e i castelli
Il borgo ha mantenuto il suo aspetto medievale, grazie anche alla presenza di castelli ed edifici dalla tipica architettura dell’epoca, tutti perfettamente conservati. La visita può partire proprio dalla Rocca, situata nel punto più alto del paese. Ora sede del Museo del Tartufo, fu costruita nel 1200 e modificata nei secoli successivi ad opera di varie famiglie senesi. Dopo essere divenuta di proprietà del Cardinale Petroni venne costruita la vicina Chiesa di San Giovanni Battista.
Il Castello si presenta con una pianta irregolare ed è formato da tre corpi principali che racchiudono il cortile. Il lato posto ad Ovest, ristrutturato ed ampliato dai Petroni tra i secoli XIV e XV, mostra delle finestre arcuate più cinque bifore ai piani alti, mentre al piano terra sono presenti delle monofore. Il piano seminterrato, sormontato da ampi archi, ha ancora alcune tracce di affreschi del 1300 mentre il salone principale è caratterizzato da un ampio camino.
Oltre alle sue bellezze architettoniche, però, il visitatore può godere della visita al Museo del Tartufo, ubicato proprio nei sotterranei del castello. L’esposizione copre un’area di circa 250 mq ed è divisa in quattro sezioni che accompagnano l’ospite attraverso un viaggio nella storia e nella cultura di questo particolare tubero.
La prima parte, infatti, racchiude informazioni circa il suo ruolo nelle varie epoche e civiltà, ponendo l’accento su momenti storici in cui esso è stato protagonista, sia nelle credenze popolari e nelle stregonerie, sia sulle tavole. Ma il Museo è soprattutto un viaggio nei sensi. Infatti, grazie al coinvolgimento dell’olfatto, del tatto e dell’udito, chi visita queste stanze entra a contatto diretto con il tartufo, fino a scoprirne i lati più nascosti.
Alla fine del percorso, l’ultima sezione è dedicata alla tecnologia con la quale attraverso monitor didattici si conoscono tutti i metodi di raccolta ed utilizzo.
Il Museo del tartufo apre tutti il venerdì dalle 15 alle 18 ed il sabato e la domenica dalle 11 alle 13 e dalle 15 alle 18. E’ possibile prenotare delle visite in caso di gruppi e scolaresche telefonando al numero presente sul sito www.museodeltartufo.it.
Finita la vista al Castello ed al Museo, ci sono altre due architetture civili da non perdere. Si tratta delCastello Verdelli e di quello Accarigi. Il primo è un edificio in mattoni composto da due parti risalenti al 1300 più altri edifici aggiunti successivamente. Su di esso si hanno poche notizie storiche, nonostante la sua particolare posizione che farebbe pensare ad un luogo di passaggio. Il Castello Accarigi si trova sulle rive dell’Asso, tra San Giovanni e Monterongrifoli ed è formato da due edifici, di cui uno del medioevo ed uno più recente, e da una cappella che conserva un dipinto raffigurante San Gerolamo, eseguito da Astolfo Pedrazzi.
Architettura e religione: le chiese e il santuario
Altrettanto degne di nota sono le architetture religiose presenti nel borgo o nelle sue vicinanze. Tra queste spicca la Chiesa principale ovvero la Pieve di San Giovanni che, come accennato in precedenza, fu costruita dalla famiglia Petroni per sostituire la piccola cappella presente nel castello. Fu sempre questa famiglia che l’arricchì di reliquie e numerose opere d’arte e, nel 1600 fu poi restaurata dalla famiglia Pannilini. Si tratta di una chiesa molto semplice, ad una navata, con un sacrato sul quale si apre un portale e l’altare che custodisce reliquie di vari santi, compresa una di San Pietro.
Un’altra chiesa presente a San Giovanni è quella dedicata a San Pietro in Villore. Anche questa presenta un’architettura semplice costituita da un’unica navata con abside e da una piccola cripta di notevole pregio. Si tratta dell’edificio religioso più antico poiché ci sarebbero testimonianze a riguardo risalenti addirittura al 700; fu più volte restaurato ma a partire dalla fine del 1400 la sua importanza diminuì e fu sostituita dalla Pieve di San Giovanni.
Spostandosi un po’ dal borgo, si può vistare il Santuario della Madonna delle Nevi, in località Montisi. La costruzione originaria risale al XV secolo, ma fu ristrutturata ed ampliata nel 1600 dalla popolazione locale e poi, successivamente, nel 1800 ed agli inizi del 1900. Come le altre chiese della zona, anche questa si presenta con uno stile rinascimentale semplice ed essenziale, caratterizzato da una facciata a capanna con lo stemma di Montisi e da un’unica navata lungo la quale è posta una via crucis ignea. In fondo si trova l’altare sormontato dall’immagine della Madonna delle Nevi e da un tabernacolo in legno.
La Collegiata di San Michele Arcangelo, nel comune di Lucignano poco lontano da San Giovanni, rappresenta un altro luogo da conoscere Progettata da Orazio Porta, fu costruita tra la fine del 1500 e gli inizi del 1600. sulla facciata è presente un portone imponente sovrastato da un finestrone rettangolare. Ha una pianta a croce latina ed un maestoso altare creato da Pozzo, formato da una base in pietra e quattro colonne al cui centro svetta la statua di San Michele che caccia il diavolo. Insomma, tra arte e buona cucina, San Giovanni d’Asso è davvero una meta adatta per una breve vacanza.